Parete sud – Via Soldà ****

PRIMI SALITORI: 
Gino Soldà, Hans Kraus, 1959

PRIMA RIPETIZIONE: 
Gianni Gianeselli,
Giorgio Garna, 1966

SECONDA RIPETIZIONE: 
Gianni Costantini,
Roberto Lagunaz, 1966

PRIMA INVERNALE: 
E. Ferrazzuto, R. Liberato,
G. Verrati, 1969

PRIMA SOLITARIA: 
Renato Bien, 1977

PRIMA SOLITARIA INVERNALE:
Pier Angelo Verri

SVILUPPO: 350 m circa
DIFFICOLTÀ: TD+ R2; 6°

 

TEMPO PREVISTO: 5 ore
MATERIALE:
normale dotazione alpinistica

PERIODO IDEALE:
maggio-ottobre

Classico itinerario, molto bello e frequentato, che sale la severa parete verticale a placche caratterizzata da due colate scure che la segnano interamente. In termini di audacia, logicità e bellezza di arrampicata è sicuramente una delle più grandi salite lasciate da Gino Soldà. Ancor oggi infatti, la parete sud della Pala delle Masenade, verticale e visivamente senza punti di cedimento, incute all’alpinista che l’affronta una sensazione di ansia e di profondo rispetto. La salita è attualmente attrezzata, il consiglio è comunque quello di avere con sé qualche chiodo per ogni evenienza. Prestare attenzione nell’ultimo tratto (sopra la cengia alta), dove è facile confondere l’itinerario originale con l’uscita delle vie “Sergio Arban” e “Marsanga” nettamente più impegnative.

ACCESSO
Dal Rif. Carestiato seguendo l’Alta Via n. 1 in direzione Rif. Vazzolèr, si raggiunge in pochi minuti il lungo ghiaione che scende sotto la parete. Seguendo faticosamente quest’ultimo, con traccia evidente si giunge facilmente alla base della Pala delle Masenade. Una grande frana che si è staccata da un avancorpo nell’autunno 2010 è rovinosamente scesa per il ghiaione, informarsi al Rifugio Carestiato sulla fattibilità di questo accesso. In alternativa salire per la Ferrata Costantini traversando poi con qualche difficoltà alla base della Pala delle Masenade (0.40 h).

ATTACCO
Al centro del grande anfiteatro roccioso delle Masenade che forma un diedro grigio inclinato verso destra.

DISCESA
Raggiunta la larga cengia detritica superiore si traversa verso destra raggiungendo la Ferrata Costantini, che rapidamente riporta al Rif. Carestiato (1 h). In alternativa, con percorso più lungo, si può traversare sulla cengia verso sinistra e scendere per comode banche sulle rocce degli Scalet delle Masenade con traccia evidenziata da bolli rossi (2 h fino al Rif. Carestiato).

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